Solo se ogni parola, ogni frase, ogni terzina è colma di amore, i versi di Dante possono migrare da pagine stampate non come somma di parole, ma come scariche di emozioni. Allora chi ascolta "l'architetto delle emozioni" diventa parte integrante di quel cerchio magico che si crea grazie al potere delle emozioni che satura l'intera atmosfera e si isola dall'esterno, dalla quotidianità, dalle convenzioni ... dalla normalità.
La musica, le parole,la lingua e il dialetto diventano un solo "magico" suono ed arriva al petto e non alle orecchie di chi ascolta ... se tutto questo avviene allora "l'architetto delle emozioni" ha raggiunto la sua "mission" e non ha re-citato, ma ha ri-vissuto le emozioni del poeta e li ha trasmessi senza artificiosità a coloro che aveva intorno. L'applauso finale non è solo dovuto, ma di sicuro è sincero di fronte alla "bellezza" della trasposizione e quasi passa in secondo piano "la bravura" del cambio disinvolto dalla lingua dantesca alla "lingua napoletana" e la memorizzazione di una tonnellata di parole ... non è da tutti accettare una simile sfida. Complimenti davverodal messaggio di Francesca e Salvatore