O isplendor di Dio, per cu' io vidi,
l'altro triunfo del regno verace,
dammi virtù a dir com'io il vidi.
(Par. XXX 97-99)
Dante analizza le varie fasi istintive della nostra naturale percezione ottica, tutta fondata sui sensi e sul gioco della luce e dei colori.
Tu, Nicola, hai una percezione classica del bello e riesci a trasmetterci quell'ideale artistico quasi irrangiungibile alle possibilità umane.
Porti dalla degradazione morale dell'umanità per giungere, attraverso la funzione catartica del purgatorio, a quella salvifica del Paradiso. Tutto con umiltà, ma con incomparabile tecnica scultorea che ci fa rivivere tempo e momenti dei protagonisti in un'atmosfera di silenzio senza tempo.
Susciti in chi ti ascolta una tensione emotiva che coinvolge tutti indistintamente, e ci guidi a un modello di poesia fortemente intriso di ragioni civili e morali, e che addita all'uomo, attraverso la sofferenza e lotta, la via del riscatto.
La vera poesia è un dono e presuppone la dignità di chi lo riceve. Questo è l'insegnamento lasciatoci da Dante, e a te il compito di perpetuarlo.dal messaggio di Maria