La leggenda delle rose del re Laurino.
Oggi è a tutti ben noto perchè, in particolari condizioni di luce e precisamente al tramonto ed, a volte, anche all'alba le rocce dolomitiche si vestono di rosso.
Ma, una volta, i vecchi del paese durante le fredde serate invernali, vicino al fuoco ed intenti ad intagliare il legno, così raccontavano:
C'era una volta......Laurino, Re del popolo dei nani, che si era innamorato perdutamente della bella principessa figlia del Re degli umani ed, un giorno, si recò a palazzo per chiedere la mano della bellissima fanciulla al Re padre. Per tutta risposta ottenne solamete un categorico rifiuto.
Laurino, allora, pensò bene, nottetempo, di rapire la principessa e di condurla con se nel suo regno.
Al risveglio il Re padre, accortosi del rapimento, sguinzagliò i suoi migliori cavalieri alla ricerca della figlia. Nel frattempo, Laurino, si dedicava con uguale amore e dedizione alla principessa ed alle sue bellissime ed amatissime rose che circondavano tutto il suo regno.
I cavalieri, ormai al tramonto, e dopo aver girato e rigirato per ogni dove, stavano per ritirarsi a castello quando, uno di loro, venne attratto da un bagliore rosso fuoco che proveniva dal cuore di una impervia montagna; guidati dal bagliore si diressero in quella direzione, scoprirono il regno di Laurino lo misero a ferro e fuoco, liberarono la principessa e trassero in schiavitù Laurino.
Dopo un sommario processo venne condannato a morte. Nella cella, nelle ore precedenti l'esecuzione, Laurino non si dava pace al pensiero di chi o cosa avesse potuto tradirlo. Pensa che ti ripensa scoprì la verità: erano state le sue amate rose, che illuminate dai raggi del sole al tramonto, avevano indicato la strada ai cavalieri. Pronunciò quindi un terribile anatema che nessun uomo nè di notte nè di giorno potessero mai più vedere le sue rose.
Ma dimenticò due ore particolari, il tramonto e l'alba, quando come per incanto riappaiono le Rose del Re Laurino.