Era l’autunno del 2011 e venni avvicinato dall’allora presidente dei Lions di Mercato San Severino, Avv.Maria Pia Arcangelo, la quale, dietro consiglio di un altro socio del club, Sig.ra Linda Scarano, mi mise a parte di un progetto di livello nazionale dal nome Progetto Martina, dove Martina era stata una ragazza meno fortunata di noi. Si trattava di illustrare ai ragazzi delle scuole medie superiori la prevenzione del cancro. Io accettai di buon grado e così mi ritrovai a fare da docente in merito spiegando appunto, in modo semplice ed anche divertente, il delicato capitolo della prevenzione primaria e portai questo progetto nei comuni del circondario: Roccapiemonte, Mercato San Severino ecc.ecc. Per ringraziarmi di questo, una sera fui invitato a cena dai rappresentanti dei Lions e, chiacchierando, riferii che mi stavo dedicando allo studio del III canto dell’Inferno in quanto lo ritenevo molto vicino alla nostra vita ospedaliera; il canto comincia così:
"Per me si va nella città dolente,
per me si va nell’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente."
Ebbene, relativamente al nostro mondo ospedaliero, questa terzina si presta ad una interpretazione bifronte: immaginate un malato che varca la soglia di un ospedale, ma immaginate anche il personale, medico e non, che ci lavora. E poi ancora :
"Quivi sospiri, pianti ed alti guai,
Risonavan per l'aer senza stelle
Perch’io al cominciar ne lagrimai.
Diverse lingue, orribili favelle,
Parole di dolore, accenti d’ira,
Voci alte e fioche, e suon di man con elle
Facevano un tumulto il qual s’aggira
Sempre in quell’aura senza tempo tinta."
Orbene immaginate cosa può accadere in un reparto ospedaliero: chi grida dal dolore, chi grida e non sa perché , chi vuole un infermiere un altro vuole il medico, insomma un tumulto no? E poi ancora spesso a noi ci è capitato di dover traghettare le anime all’altra riva!
Quindi ci fu una manifestazione finale al comune di Mercato San Severino dove le parti si invertirono nel senso che i ragazzi mi fecero da maestri, riportando attraverso slides, interviste ai malati di cancro ecc.ecc quello che avevano capito delle mie lezioni ed io mi rimisi sui banchi di scuola interpretando a memoria il III canto dell’inferno. La cosa ebbe un successo enorme, al di là di ogni mia aspettativa e mi fu richiesto di ripeterla.
In quel tempo, era Maggio 2012, e poco prima era caduta la Pasqua e noi, in ospedale, avendo una compagnia teatrale, composta da medici e non, che ogni anno, si produce in uno spettacolo il cui incasso è devoluto a comprare qualcosa per rendere meno triste la vita dei pazienti e dei familiari che sono costretti a soggiornavi, avevamo rappresentato una Via Crucis in lingua napoletana; allora mi venne un idea: vuoi vedere che c’è stato qualcuno che ha trasposto la divina commedia in lingua napoletana? Chi cerca trova…e così trovai un testo Nfierno, Priatorio e Paraviso scritto dal poeta Nazario Napoli Bruno in lingua napoletana del 1500. Dissi, allora, alla Presidente dei Lions, che la cosa si sarebbe rifatta ma alle mie condizioni e che nessuno doveva sapere.
In quello scorcio di primavera, per tutta l’estate e l’inizio di autunno imparai a memoria altri tre canti della divina commedia e precisamente il V dell’inferno il I del purgatorio e il XXXIII del Paradiso, ma stavolta in lingua napoletana. Venni affiancato in questa avventura anche dal Corpo di ballo della città di Mercato San Severino guidato dalla Sig.ra Paola Tesone e con il prologo e l’epilogo del prof. Sanguineti, andammo a rappresentare per la prima volta, il 27 ottobre 2012 nella chiesa di Santa Croce a Spiano, frazione di Mercato San Severino, Per Aspera ad Astra. Ricordo che era una serata funestata dal maltempo e che la chiesa era gremita di gente che rimase attonita quando cominciai a recitare in lingua napoletana. Inutile dirlo: successo enorme. Poi, siccome l’appetito vien mangiando, siamo andati in varie location della provincia di Salerno e non ed i canti da tre soono diventati dieci, sostituendo ai movimenti coreutici la melodia del pianoforte avvalendomi della preziosa collaborazione di mia cognata Patrizia meravigliosa interprete di musiche contemporanee.